Cerignola, Foggia

2004/2011

Progetto

Angelo Torricelli
con
Mariateresa Rampi
Michele Padovano
Enzo Ceglie

Consulenti

Nicola Rizzo, Mario Rossi Brunori (strutture)
Glauco Caldara, Grazia Perrucci (impianti tecnici)

Collaboratori

Marco Robecchi
Gianluca Sacchi
Gianluca Sortino
Daniele Consonni
Mara Russo
Silvio Terzi

Fotografie

Stefano Topuntoli

«L’ordinata resistenza di innumerevoli plotoni affiancati di ulivi» – come nota Cesare Brandi – ispira il progetto, finalizzato a riqualificare, insieme agli interventi relativi alla viabilità, ai servizi e alle attrezzature sportive, il più grande tra i quartieri della periferia: un agglomerato urbano costruito negli ultimi trent’anni sul suolo di quella campagna che da secoli risulta definita nella sua trama secondo il modello a raggiera impostato dalle strade rurali convergenti verso l’“agrocittà”. In contrasto con il principio insediativo e con le regole formative che hanno presieduto nel tempo a tale processo di edificazione, l’espansione urbana recente si è attuata con diverse modalità e per successive fasi, distorcendo anche il piano iniziale. A questa assenza di necessità riconoscibile dell’architettura, si accompagnano, come di consueto, gravi problemi di perdita di identità e di degrado sociale.

Nel progetto le scelte formali per gli edifici e gli spazi aperti dichiarano il loro carattere di architettura civile rispetto alle adiacenti attrezzature sportive e agli edifici residenziali circostanti, il che si traduce nella predilezione per i tipi della stoà e dell’aula coperta nelle loro forme elementari. Allo stesso tempo, i recinti che stabiliscono le misure e le forma delle dimore rurali – le masserie – nelle loro relazioni con i campi coltivati, ordinano l’impianto e sintetizzano il dato saliente dell’evocazione originale.

L’area si trova in posizione elevata, sul bordo di un uliveto che si estende a perdita d’occhio sulle ondulazioni del suolo, fino all’orizzonte. Ad esso si rende coerente, nella giacitura, la disposizione planimetrica; attraverso la definizione dei livelli del suolo il progetto configura una disposizione a terrazzi digradanti verso le zone residenziali del quartiere.

L’articolazione dei diversi elementi si fonda sullo studio del suolo nel suo andamento altimetrico naturale, che viene leggermente rimodellato; la parte più alta costituisce il piano di posa del Centro di quartiere; la parte in declivio risulta delimitata sul bordo superiore dall’edificio in linea del Palazzo del volontariato e si caratterizza come giardino in lieve pendenza, delimitato da una rampa pedonale rettilinea, che conduce all’ascesa lungo un’ampia gradinata rivolta verso il cielo.

L’impianto del Centro di quartiere definisce un sistema articolato di “stanze”: il grande prato alberato, l’aula a doppia altezza, il patio. L’aula si configura come una sorta di piazza coperta, che si apre da un lato verso il prato e dall’altro verso un criptoportico di acceso dalla strada; viene delimitata sugli altri lati dagli ambienti che ospitano le varie attività, disposti su due piani.

Due muri affiancati – l’uno in calcestruzzo a vista, l’altro in mattoni – definiscono l’edificio come recinto, le cui misure sono stabilite dai segni di fondazione che delimitano gli spazi, volta a volta costretti o allargati, a tutta altezza o sovrapposti.

Il Palazzo del volontariato, caratterizzato da facce piane in mattoni, raccorda le differenti quote fissate sul declivio dal giardino e dal piano del Centro di quartiere. È impostato su due livelli, serviti da una galleria a doppia altezza, che si connette attraverso una serie di ponti alle aperture verso il prato esterno. Al piano terreno si trovano gli uffici destinati al decentramento dei servizi comunali, al piano superiore le sale adibite a sedi delle associazioni.

L’articolazione delle fabbriche, in pianta e in sezione, ribadisce i caratteri fondativi dello scavo nel suolo e dell’aspirazione alla luce, dell’integrità dello spazio architettonico e del suo prendere forma confrontandosi con l’infinito della natura.

Pubblicazioni

A. Torricelli, Comporre la città. Progetti a Cerignola, presentazione di C. Piva, in “Aión”, n. 11, 2006;
A. Torricelli, Centro di Quartiere e Palazzo del volontariato a Cerignola, in A. Torricelli, Identità dell’architettura italiana, Diabasis, Reggio Emilia, 2007;
Forma Urbis/Forma Agri. Residenza e spazio pubblico a Cerignola/Residence and public space in Cerignola in Aa.Vv., Community / architecture. Documents from the Festival Architettura 5 2009-2010, a cura di E. Prandi, Festival Architettura Edizioni, Parma, 2010;
A. Torricelli, Centro per l’Esposizione, la Ricerca e la Consulenza sugli Ausili Tecnici, Cerignola (Foggia), in A. Torricelli, Identità dell’architettura italiana, Tielleci, Colorno, 2011;
M. Biraghi, Angelo Torricelli. Centro di Quartiere e Palazzo del volontariato a Cerignola, in “Costruire in laterizio”, n. 147, 2012;
M. Biraghi, S. Micheli, Storia dell’architettura italiana. 1985-2015, Einaudi, Milano 2013;
A. Torricelli, Angelo Torricelli. Architettura in Capitanata. Opere e progetti / Works and projects 1997-2012, a cura di C. Baglione, Il Poligrafo, Parma 2014

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