Milano

2015

Campo concorso progetto

Progetto

Angelo Torricelli
Giovanni Comi
Gianluca Sortino

L’Orto Botanico di Brera, fondato per volontà di Maria Teresa d’Austria nel luogo dell’antica Spezieria gesuitica, affidandone il disegno al Piermarini, mantenne nel tempo l’impianto originario, seppure con modificazioni già iniziate nel periodo napoleonico, derivanti dalle oscillazioni del suo ruolo, conteso tra la didattica e il ritrovo per i cittadini.

Attualmente l’intreccio di questi valori è accentuato dalla circostanza che l’Orto Botanico costituisce lo spazio, o meglio la stanza a cielo aperto, entro cui può attuarsi la connessione tra Palazzo Brera e Palazzo Citterio, come estensione della Pinacoteca.

Il progetto prevede la realizzazione di un percorso espositivo che si dispone lungo il confine ovest, ridefinendo il fondale del cosiddetto pratone. Esso consiste nella porzione meno precisata dell’Orto, per la quale viene proposta una definizione formale consona al suo carattere di arboreto.

La linea che disegna il perimetro e l’affaccio sull’Orto del nuovo percorso origina dall’edificio della testata neoclassica dell’ex-Serra e piega il suo sviluppo per salvaguardare gli esemplari arborei esistenti. Due di questi vengono “catturati” entro piccoli patii posti fra il percorso coperto e l’attuale muro di recinzione; lungo di esso il progetto prevede una controparete in legno, nel cui spessore le nicchie in serie accolgono i materiali dell’esposizione didattica permanente e guidano la visita e l’itinerario.

La recinzione fissa l’altezza della controparete, che nel suo profilo superiore si sagoma per convogliare lo scolo delle acque meteoriche e portare la copertura, in modo che quest’ultima non gravi sul muro esistente e, anzi, se ne possa distaccare.

L’itinerario espositivo si articola lungo un pavimento finito in doghe di legno – in continuità di materiale e posa con la controparete – appena sollevato dal suolo, secondo modalità costruttive che limitino l’impatto e garantiscano la rimovibilità dell’opera.

All’incirca a metà della sua estensione, il percorso incontra un padiglione che conferma l’asse longitudinale dell’Orto Botanico e completa la sequenza costituita dalle due vasche esistenti nel parterre settecentesco e dalla nuova terza vasca, che riprende il filo dell’incompiuto progetto piermariniano.

Passando a lato del primo dei suddetti patii, si accede alla sala per le esposizioni temporanee con, al fondo, l’uscita nel giardino di Palazzo Citterio e le scale con l’ascensore per raggiungere i suoi ambienti ipogei.

L’involucro che protegge i nuovi spazi è costruito da una struttura di travi e pilastri con serramenti a parete e a soffitto, così da favorire la continuità visiva con il paesaggio esterno dell’Orto.

Una serie di sottili lame frangisole infittisce il ritmo dell’orditura in corrispondenza del padiglione e su tutta la copertura, per calibrare l’illuminazione naturale e animare d’ombre lo spazio interno del percorso.

Gli stessi elementi frangisole rigirano sul prospetto vetrato verso l’arboreto, rinforzando il coronamento del nuovo padiglione e misurando, nell’altezza contenuta, il rapporto con le preesistenze edilizie e vegetali.

Pubblicazioni

A. Torricelli, Nuovo percorso espositivo nell’Orto Botanico di Brera, Milano in A. Torricelli, Identità dell’architettura italiana, Diabasis, Parma, pp. 148-149

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